Body Positivity – L’alta moda è sempre stata associata a un’estetica esclusiva e spesso inaccessibile, con canoni di bellezza rigidi e standard irraggiungibili. Per decenni, le passerelle e le campagne pubblicitarie hanno privilegiato corpi esili e proporzioni precise, escludendo una vasta gamma di fisicità e identità. Tuttavia, negli ultimi anni, il settore ha iniziato una trasformazione significativa, spinto dalle richieste di maggiore rappresentazione e inclusività da parte dei consumatori. La body positivity è diventata un tema centrale nel mondo della moda, con maison di lusso e designer che stanno ridefinendo i loro valori e il modo in cui comunicano la bellezza.
Uno dei cambiamenti più evidenti è la crescente presenza di modelle e modelli con fisicità differenti nelle sfilate e nelle campagne pubblicitarie. Brand come Fendi, Versace e Valentino hanno aperto le loro passerelle a corpi più curvy, a persone non binarie e a modelli con caratteristiche prima escluse dal sistema moda. Questa evoluzione non è solo un gesto simbolico, ma rappresenta un vero e proprio ripensamento del concetto di eleganza e stile. L’inclusività non è più un dettaglio da esibire per rispondere alle critiche, ma un valore autentico che sta plasmando il futuro dell’industria.
Parallelamente, le taglie disponibili nelle collezioni di lusso stanno iniziando ad ampliarsi. Per anni, molti marchi hanno limitato la loro offerta a misure che riflettevano gli standard delle passerelle, escludendo una grande fetta di consumatori. Oggi, maison come Dior e Balmain stanno introducendo un range più ampio di taglie, permettendo a più persone di accedere alla moda di alta gamma. Questo cambiamento non solo risponde a una domanda di mercato crescente, ma sfida anche l’idea che il lusso debba essere riservato a una ristretta élite fisica.
Body Positivity, come cambia la moda
Il cambiamento passa anche attraverso le scelte dei direttori creativi e dei designer, che stanno dando maggiore spazio a forme e silhouette diverse. Se un tempo gli abiti couture erano progettati per valorizzare esclusivamente figure snelle e longilinee, oggi si assiste a una sperimentazione che celebra la diversità dei corpi. Materiali più versatili, tagli adattabili e drappeggi studiati per esaltare ogni fisicità stanno diventando elementi centrali nelle collezioni. La moda su misura, che da sempre rappresenta il vertice dell’eleganza, si sta rinnovando per accogliere un pubblico più ampio, dimostrando che il lusso può e deve essere accessibile a tutti.
Un ruolo fondamentale in questa trasformazione è giocato dai social media, che hanno amplificato le richieste di rappresentazione e hanno dato voce a chi per anni è stato escluso dalle narrazioni della moda. Hashtag come #BodyPositivity e #Inclusivity hanno portato l’attenzione su questioni che prima venivano ignorate, spingendo le maison a rivedere il proprio approccio. Influencer e attivisti della body positivity stanno collaborando con brand di lusso, contribuendo a creare collezioni e campagne che riflettano un’idea più ampia di bellezza. Gucci, ad esempio, ha lanciato campagne con modelli di tutte le età e corporature, mentre Alexander McQueen ha celebrato la diversità fisica nelle sue ultime collezioni.
Anche la scelta delle testimonial e delle muse della moda sta cambiando. Se un tempo le campagne erano dominate da volti omologati, oggi i brand cercano figure che possano rappresentare un pubblico più variegato. Attrici, cantanti e icone pop con fisicità differenti stanno diventando il volto del lusso contemporaneo. Lizzo, paladina della body positivity, è stata protagonista di diverse collaborazioni con brand di alta moda, dimostrando che eleganza e stile non hanno una taglia prestabilita. Allo stesso modo, Paloma Elsesser è diventata una delle modelle più richieste dalle maison, incarnando un nuovo ideale di bellezza inclusiva.
Moda e inclusività
L’inclusività nella moda non si limita alla questione delle taglie, ma si estende a una riflessione più ampia sull’identità e sulla diversità culturale. La rappresentazione di diverse etnie, generi e background è diventata una priorità per molti brand. Maison come Prada e Burberry stanno lavorando per garantire che la loro comunicazione sia realmente inclusiva, coinvolgendo talenti provenienti da contesti differenti e creando collezioni che celebrano le radici culturali di vari paesi. Il concetto di lusso sta evolvendo, passando da un’idea di esclusione a un’esperienza che accoglie e valorizza ogni individuo.
Nonostante questi progressi, ci sono ancora molte sfide da affrontare. La strada verso un’alta moda realmente inclusiva è lunga e non priva di ostacoli. Alcuni critici sostengono che molti brand si limitino a operazioni di facciata, adottando un linguaggio inclusivo solo per capitalizzare sulle nuove tendenze senza cambiare realmente le proprie pratiche. Inoltre, le disparità nei compensi e nelle opportunità per i modelli plus-size o appartenenti a minoranze etniche sono ancora evidenti. Il rischio del cosiddetto “inclusivity washing” è concreto, ed è fondamentale che il settore continui a lavorare per una rappresentazione autentica e non superficiale.
Il futuro dell’alta moda sembra comunque destinato a essere sempre più inclusivo. Le nuove generazioni di consumatori non accettano più standard di bellezza irrealistici e chiedono autenticità e diversità. I brand che sapranno abbracciare questa evoluzione con coerenza e impegno non solo contribuiranno a rendere la moda un ambiente più accogliente, ma avranno anche un vantaggio competitivo nel mercato globale. La bellezza non è più una questione di misure perfette, ma di espressione individuale e di celebrazione delle differenze. L’alta moda sta finalmente imparando a raccontare questa nuova storia, e il cambiamento è solo all’inizio.