Nel panorama della moda contemporanea, pochi designer riescono a fondere riferimenti culturali, identità personale e un’estetica incisiva con la maestria di Feben. La stilista londinese, nota per il suo approccio sperimentale e per la capacità di mescolare elementi visivi contrastanti, ha presentato per l’autunno 2025 la sua collezione più matura e strutturata fino ad oggi. Intitolata “Staunch”, la collezione prende ispirazione da una figura iconica e controversa: Edith Bouvier Beale, meglio conosciuta come Little Edie, la protagonista del documentario cult Grey Gardens del 1975.
La Beale, cugina di Jackie Kennedy e simbolo di un’aristocrazia decadente e testarda, è entrata nella cultura pop come emblema della resistenza ostinata. Vestita con turbanti improvvisati, pellicce logore e un atteggiamento fieramente eccentrico, rappresenta la capacità di mantenere una certa compostezza anche di fronte alla rovina. Per Feben, questa immagine di ribellione e glamour disfunzionale ha trovato un’eco nelle sue esperienze personali, anche se le difficoltà che ha affrontato derivano da un contesto ben diverso: non da una fortuna familiare sperperata, ma dalle complessità burocratiche e sociali che colpiscono i migranti di prima generazione nel Nord globale.
“Mi ha colpito la forza del suo stato d’animo,” ha spiegato la designer. “È una ribelle a modo suo, e c’è una qualità di fermezza nel suo carattere che trovo affascinante.” Questa fermezza è il filo conduttore della collezione, che interpreta il concetto di decadenza con una consapevolezza sartoriale precisa, sofisticata e ironicamente glamour.
Glamour Decadente e Maestria Sartoriale
La collezione Autunno 2025 di Feben si nutre dell’estetica volutamente kitsch e dell’indomabile senso dello stile di Little Edie, reinterpretandola con un tocco moderno e strutturato. Uno degli esempi più lampanti di questa rielaborazione è un abito A-line con maniche lunghe, impreziosito da un drappeggio asimmetrico in pelliccia sintetica tempestata di cristalli. Il contrasto tra la rigidità della silhouette e la fluidità del drappeggio suggerisce l’idea di una bellezza che si mantiene salda anche mentre tutto intorno sembra sgretolarsi.
L’uso della pelliccia sintetica ritorna in un altro pezzo chiave della collezione, un abito con silhouette a keyhole, caratterizzato da una costruzione imponente che richiama il lusso ostentato e fuori tempo massimo delle vecchie dinastie aristocratiche. Tuttavia, Feben evita qualsiasi scivolamento nel caricaturale, bilanciando il suo linguaggio estetico con una precisione sartoriale impeccabile.
Uno dei capi più raffinati è un tailleur in satin color calendula, caratterizzato da dettagli a principessa sulla parte posteriore, che conferiscono una silhouette strutturata e al tempo stesso dinamica. Il contrasto tra la rigidità della costruzione e la lucentezza fluida del tessuto crea un effetto di elegante compostezza, un’armatura di lusso per una donna che affronta il mondo con determinazione.
Accanto a queste proposte più strutturate, emergono abiti con dettagli destrutturati che evocano l’idea di qualcosa che si sta “disfacendo”, un parallelo con la disgregazione dell’eleganza tradizionale. Un abito da cocktail in satin viola e un gown in jersey a quadretti presentano tagli annodati sulla parte centrale, suggerendo un senso di precarietà estetica volutamente studiata.
Ritorno alle Radici: Il Dialogo con il Passato di Feben
Per chi segue da tempo il lavoro di Feben, i riferimenti alla sua storia artistica non passano inosservati. Un esempio significativo è un abito a quadri gialli, caratterizzato da un trompe-l’œil che riproduce la silhouette di un abito damascato scivolato lungo la parte frontale. Questo elemento è un chiaro rimando alla sua collezione di laurea alla Central Saint Martins, in cui aveva stampato la figura nuda di Nina Simone su un abito in mesh elasticizzato. All’epoca, il suo obiettivo era mettere in discussione l’incapacità della moda occidentale di accogliere, e ancor meno celebrare, i corpi delle donne nere.
Nella collezione “Staunch”, la critica sociale è meno esplicita, ma rimane sottesa nel modo in cui Feben integra i suoi messaggi all’interno di una proposta commerciale più matura e raffinata. Questo equilibrio tra statement e indossabilità rappresenta una maturazione significativa per la designer, che dimostra di poter navigare il complesso rapporto tra arte, politica e mercato con consapevolezza.
Un’Evoluzione Verso la Consapevolezza Commerciale
Ciò che rende questa collezione particolarmente riuscita è la capacità di Feben di trasformare una narrativa intensa e personale in una proposta di moda che non solo colpisce visivamente, ma possiede anche un forte potenziale commerciale. La capacità di bilanciare concetti profondi con capi desiderabili è una delle chiavi del successo nel fashion system contemporaneo, e Feben sembra aver trovato la sua formula vincente.
L’utilizzo di materiali pregiati, la scelta di silhouette che mescolano classicismo e destrutturazione, e l’integrazione di dettagli ironici e sofisticati rendono questa collezione particolarmente interessante per un pubblico che cerca una moda consapevole, ma anche portabile. La capacità di Feben di raccontare storie attraverso il design, senza perdere di vista la praticità del capo, è ciò che la distingue nel panorama della nuova generazione di designer emergenti.
Con la collezione Autunno 2025, Feben dimostra una crescita artistica e strategica significativa. L’ispirazione a Little Edie e al suo fascino decadente non è solo un esercizio estetico, ma un modo per esplorare il concetto di resilienza attraverso la moda. Le sue creazioni non sono semplici abiti, ma strumenti di narrazione che parlano di identità, lotta e trasformazione.
La sua capacità di integrare riferimenti storici, sociali e culturali in capi raffinati e commercialmente appetibili la posiziona come una delle designer più interessanti del momento. Se questa collezione rappresenta un’anticipazione di ciò che verrà, il futuro di Feben è destinato a essere luminoso, e il suo nome sempre più rilevante nel panorama della moda internazionale.